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VIAGGIO APRILE-BIS 2013

Nella seconda parte, accompagnati all'Havana Enrico e Marzia pienamente appagati dalle giornate di pesca, aspettando l'altro gruppo ci dedichiamo a una visita della città; nel giorno seguente i ragazzi appena arrivati con Enrico e Marzia si dedicano a una rilassante giornata di mare, io invece sbrigo le pratiche per il noleggio della barca.
Salutati gli amici che rientrano in Italia, siamo pronti a dirigerci verso il Cayo S. Maria, già il gruppo è ben affiatato, Pietro con la sua simpatia è uno "spasso", i due Marco sono delle gradevoli persone.
Ho dato un'occhiata alla loro attrezzatura e sono veremante preparati per questo viaggio, cosa può volere di più un pescatore on the road come me?
Appena arrivati a Remedios, sistemati i bagagli, subito i ragazzi vogliono fare una "toccata" sui ponti; arriviamo all'imbrunire sul ponte più grande ed io e Marco, il ligure, tocchiamo alcuni tarpon, ma si ripete la solita storia: o si slamano o ci strappano gli artificiali, comunque soddisfatti da questi spettacolari attacchi a vista, ritorniamo alla base per preparare la nostra uscita in barca per il giorno seguente.
Pietro il più metodico prepara con cura e maestria tutti i generi di nodi, sia di congiunzione, che per  la preparazione di tutti gli ami.
Sistemata l'attrezzatura, andiamo a dormire di buon ora, perchè il giorno seguente ci aspettano 8 ore di pesca.
Alla mattina arriviamo alla marina, il tempo non ci aiuta, vento teso e una buona onda ci aspettano, con tre marinai a bordo decidiamo di uscire lo stesso, anzi a dire la verità quello che ha più sofferto sono stato io, hahahhahahahahahahahaha.
Faccio dirigere la barca nel posto in cui abbiamo pescato l'ultima volta sui 25-35 mt.
Questa volta la barca è troppo veloce, la corrente e l'onda fanno procedere la barca con uno scarroccio troppo elevato, comunque le catture non tardano ad arrivare, concludiamo la giornata in anticipo perchè il mare era in peggioramento, con 33 catture; mattatore della giornata è Marco il ligure che cattura delle belle cernie, la giornata fa ben sperare perchè sono convinto che abbiamo trovato l'altezza giusta.






Il tempo si ristabilisce, il mare è buono, la seconda uscita fa ben sperare, il mare si muove ma non eccessivamente, si decide di fare un po di vivo e perdiamo circa 1 ora, visto che la vacanza è la loro e gli lascio fare; il vivo va bene a 100 - 125 metri per riposarsi da un vertical pesante, ma pescando a bassa profondità sicuramente per me l'esca fondamentale è il jigging che a bassa profondità muoveremo come ci pare e senza far fatica.
Dalla mia esperienza i pesci al cayo si muovono nelle prime ore del mattino per poi fermarsi nelle ore di mezzo, l'apoteosi si raggiunge dalle 11,45 alle 14,00 per poi tornare a mangiare alle 15,00 alle 15,30.
A metà mattina le abboccate non sono frequenti, con il vivo attacchiamo parecchi barracuda, ma con l'ultimo pesce abbocca qualcosa di grosso, che strappa tutto, abbiamo trovato il punto giusto e inoltre l'ora giusta è arrivata, iniziamo con il vertical e sono un mare di catture interessanti:
E' in questa giornata che Marco realizza il suo big fish mentre provava  la Takumi 300 con mulinello Exceed 6000 spin di Trabucco: una cernia di grande dimensioni attacca il suo artificiale, con la bravura che lo contraddistingue Marco non perde il suo sangue freddo e doma la bellissima cernia.
Passiamo e ripassiamo dai 22 ai 35 mt. le catture piovono a raffica, un vero divertimento per tutti, alla fine della giornata totalizziamo 39 catture.
Visto che i pesci non sono alti provo dalla barca a Spinning l' Ocean Vib con un artificiale Rocket Jig affondante che mi permettera di raggiungere una buona profondità ed è subito strike: un bel pargo e un carangide arrivano in barca; incoraggiato dalla prova metto un popper e anche li è uno strike con un bel carangide che arriva in barca.





E' il preludio per l'apoteosi che sta per arrivare.
E' infatti alla terza uscita che troviamo il giorno perfetto, il mare e il tempo sono quelli giusti, i delfini, che per me sono sempre di buon auspicio, serfando l'onda accompagnano la nostra barca.

Appena arrivati sul posto, alla prima calata attacco una probabile cubera, incontenibile, che dopo aver mangiato il mio vertical rientra subito in tana; la lotta è impari, non riesco a farla uscire, è ancorata come una portaerei, tira e ritira il mio anello da 180 lb. si apre, non ci scoraggiamo e cominciano subito a giggare. Il posto è quello giusto peschiamo dai 22 ai 32 metri, il primo pesce è il mio big fish, la più bella cernia che qui ho preso, dopo un entusiamante confronto arriva in barca.

Per non essere da meno, Marco il ligure attacca subito una bellissima ricciola e gli altri Pietro e Marco si danno un gran da fare; è un continuo di catture, altre quattro grosse cubere attaccano alle nostre lenze, ma è la solita storia, ad archetto chiuso prendono filo e si dirigono in tana, non serve a niente provare a sbloccarle tutte e quattro rompono il nostro trecciato da 80 lb. o addirittura aprono gli anelli.
Questo trambusto comicia a portare i soliti piccoli pescicani sotto la barca, decido di prenderne uno ed è subito strike, ma quelli veramente grossi sono più sotto; mentre liberiamo una cernia di una ventina di chili che annaspa un pò a  circa tre metri di profondità, i miei compagni vedono uno squalo di quattro metri che se la mangia in un sol boccone.
Alle due abbandoniamo, abbiamo le braccia completamente spezzate, stanchi ma contenti, abbiamo realizzato 43 catture con una ventina di cernie interessanti, alla fine, da buon pescatore queste foto che ho fatto non rendono giustizia alla giornata, ma capitemi, in una giornata così è veramente difficile abbandonare la canna per far foto: "a me le foto non le fa quasi mai nessuno, hahahahahahahahahaha".







Nella quarta uscita, ci dirigiamo subito sul fondale che tanto ci ha fruttato, per vedere cosa ci riservava la giornata;
alla fatidica ora, pargo, pargo, pargo, nonostante fosse il due di maggio, sembrava che la corrida del pargo fosse già arrivata. Non molliamo il posto, passiamo e ripassiamo e i parghi continuano ad abboccare con qualche sporadica cernia e qualche barracuda; per la gioia degli amici di Remedios e della marina intera che di solito divide il pesce (qui c'è da considerare che questo è un minimo prelievo in un mare tanto ricco, dove non esistono barche per la pesca intensiva e quindi non danneggia l'ecosistema ma dà una garanzia alimentare a un popolo che per l'embargo, necessita purtroppo di tutto) totalizziamo ben 40 pargo, 4 cernie e 3 barracuda.
Termino qui le mie uscite in barca e il mio soggiorno in questa meravigliosa isola,  mentre gli amici continuano la loro vacanza e anche nella loro quinta uscita, mi hanno riferito che hanno catturato molti pesci.




Con parecchie uscite in barca purtroppo il tempo rimasto ai ragazzi per la pesca sui ponti non è stato granchè, ma nonostante questo hanno avuto le loro belle esperienze, fissati per la cattura dei tarpon hanno insistito a lungo per catturare qualche bell'esemplare, ma è stata una strage di artificiali, infatti quest'anno erano sovvradimensionati per la nostra attrezzatura, arrivavano anche a due metri, gli esemplari più piccoli erano rarissimi.
 Vedendo che arrivavano sino a sotto i ponti  per mangiare  i pesciotti che stazionano  li  hanno provato anche con il vivo , ma il risultato finale era sempre lo stesso  alla fine il tarpon  stracciava il filo o si slamava.
Per me è stata l'occasione di pescare un poco con gli amici di sempre Maurizio e Gianni e con i nuovi Enrico e Gretel, alla ricerca di pesci più accessibili  e meno impegnativi, e alla fine è Maurizio che riesce a catturare e portare a terra uno dei pochi tarpon di medie dimensioni.