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APRILE MAGGIO 2016
FESTA DELLA RICCIOLA bis
In questo nuovo viaggio 2016 il gruppo era ben composto: ai veterani amici liguri Marco e Pietro si sono aggiunti tre pescatori di Pavia esperti di ledgering, Roberto presidente dell'associazione sportiva Ledgering & Barbel Fishing Pavia,  www.lbfitalia.net che ha preparato la parte tecnica per i suoi amici, Donato e il giovane Gianluca, Claudio di Rovigo con i suoi 64 anni, pescatore preciso e tecnico attento ai minimi dettagli ed Eugenio che con i suoi 68 anni e quell'aria da Peter Pan, anima il gruppo in ogni momento.
Aspetto i nuovi arrivati all'Havana e il giorno dopo ci dirigiamo verso Remedios, per incominciare la pesca,  nel viaggio ci concediamo una piccola sosta per far assaggiare ai nuovi arrivati il pollo fritto, specialità Cubana.
Non ci facciamo mancare nulla, anche la classica foratura; si offre per la sostituzione della gomma il più giovane e noi vecchietti controlliamo che tutto sia eseguito alla perfezione.


Cominciamo con qualche lancio sui ponti per scaldare un pò le braccia in vista delle uscite in barca e subito nei primi giorni effettuiamo interessanti catture di cubere e parghi e dei jack, non di grosse dimensioni ma interessanti nel complesso.
Eugenio allama una grossa Cubera e poi un enorme Tarpon che gli stracciano letteralmente il trecciato, anche perchè non aveva cambiato il trecciato vecchio con quello nuovo che gli ho fatto comprare, al cayo i pesci sono veramente incontenibili e nulla può essere lasciato al caso se non si vuole rimanere a bocca asciutta, proprio sotto il ponte una grossa cubera attacca il mio artificiale, ma non riesco a ferrarla correttamente e si slama.







Purtroppo il vento che si è alzato rovina un pò le nostre prime giornate e rimandiamo le due uscite con la barca da Vertical Gigging; nel frattempo ci raggiunge Riccardo di Grosseto con la moglie cubana Mirta e il vivace figlioletto Samuel, per unirsi nelle uscite in barca con il gruppo che in parte comincia le uscite a spinning con la lancia e il resto decide di riposare. La mattina parto con lui per una pescata e catturiamo due belle cubere e alcuni pargo, ma la big cubera ancora mi sfugge rintanandosi sotto la roccia a 300 mt. di distanza dove l'acqua è piu bassa e piena di erbe e tane e anche qui per non perdere l'artificiale devo tirare a due mani il filo con conseguente slamatura del pesce.



In questi giorni ne approfittano i ragazzi di Pavia per uscire con la lancia da spinning ed effettuare le tre uscite concordate. Iniziano Gianluca e Donato che effettuano numerosi strike ma i pesci più belli, 2 grosse cubere spaccano i loro fili e un barracuda di notevoli dimensioni si slama. Nella seconda giornata procedono Gianluca e Roberto e nella terza Donato e Roberto che cattura un bel barra di buone dimensioni accompagnato da alcuni pargo.




Incominciamo finalmente le nostre uscite con la barca grande per il Vertical Jigging; purtroppo le 4 uscite concordate si devono effettuare in due giorni con due barche, la cosa purtroppo non mi fa felice, ma i giorni a disposizione stanno terminando, sicuramente in 4 giornate distinte le catture sarebbero sicuramente raddoppiate perchè su 4 giorni una giornata storta ci può stare ma su due una diventa pericolosa.
Il primo giorno è la giornata perfetta per il Vertical Jigging, iniziamo con un buon scarroccio e onde in leggera scaduta, tempo ottimo per sondare lunghi pezzi di mare, in questi anni abbiamo individuato la zona dove abita la ricciola regina dei mari tra gli 80 e i 120 mt. con l'equipaggio della mia barca, non ancora affaticato, decido di provare subito a pescare l'Amberjack con la raccomandazione a tutto il gruppo di recuperare le lenze per far lavorare con tutta tranquillità chi ha un grosso pesce in canna. Tutti sanno che le ricciole viaggiano in gruppo e la tentazione di lanciare subito dopo lo strike è tanta, ma in anni di esperienza ho costatato che quando ci sono più grossi pesci allamati alla fine si incrociano e si perdono, la calma è fondamentale per effetuare più catture.
Il primo strike è di Donato che inizia una dura battaglia con una poderosa ricciola che lo prova duramente, i minuti passano ma alla fine il pesce cede e riusciamo a salparlo, una bella soddisfazione per Donato, pescatore di fiume non abituato a simili bolidi. A seguirlo è il giovane Gianluca che cattura un altro grosso esemplare che  lo mette fisicamente a dura prova nonostante la sua giovane età, seppure stremato non molla e cattura un altro big fish. Il terzo sono io che attacco un esemplare di notevoli dimensioni, la mia recente operazione alla spalla mi mette sulla difensiva e faccio sfogare tutta la sua forza nei primi dieci minuti e poi metro dopo metro comincio ad incalzarla, con ampi recuperi, ma non molla, riparte più volte ma l'adrenalina oramai ha invaso il mio corpo, non sento pìù niente voglio solo vedere cosa c'è che combatte con me all'altro capo della lenza e alla fine arriva una bellissima ricciola che cede, ma non si deve preoccupare perchè dopo la rituale foto sarà rilasciata.



E' il momento di Eugenio a cui ho dato una canna morbida e il mulinello Exceed di Trabucco ed è una vera sorpresa. Allamato il big fish, con la calma di un sessantottenne inglese che beve un the, senza scomporsi, lascia sfogare il pesce e piano piano comincia a recuperare. Resto strabiliato perchè non compare in Eugenio un minimo segno di fatica, l'attrezzatura risponde egregiamente e piano piano la ricciola cede arrendendosi alla sua calma.
Io catturo altre due ricciole ed Eugenio un' altra; solo Roberto non cattura il suo big fish perchè non sta bene e passa la mattinata senza pescare. Totaliziamo ben 7 ricciole di buone dimensioni, siamo stremati ma soddisfatti.



Nel pomeriggio ci dedichiamo a una pesca più rilassante dai 35 ai 60 mt. cercando fondali rocciosi dove si nascondono cernie e parghi: i risultati non mancano con abbondanti catture da parte di tutto il mio equipaggio.



Anche per l'altro equipaggio, dopo una mattinata meno intensa della nostra, nel pomeriggio le catture sono abbondanti, pubblico acune foto in mio possesso di Marco, Pietro, Riccardo e Claudio in attesa che mi mandino le altre, sempre che ne abbiano fatte perchè conoscendoli è difficile che quando pescano si fermino per fare foto. Io per passione e dover di cronaca mi sacrifico volentieri.


Il tempo nella seconda giornata cambia totalmente per assenza di vento e mare piatto. Io, Marco, Pietro, Claudio ed Eugenio, gasati dalla prima giornata di pesca ideale per il vertical jigging, commettimo un grande errore, non ci fermiamo a fare il vivo, partiamo subito con troppa foga per il posto delle ricciole.
Le prime calate alla mattina presto promettono bene, Marco con il suo long jig colore verde oro, cattura dopo una dura battaglia una bella ricciola io con il mio long colore blu sarda lo seguo con un' altra di discrete dimensioni, un paio si slamano sotto barca, poi la calma piatta.
Continuiamo a far muovere la barca ma le catture sono rare e difficili, vediamo due ricciole passare sotto la barca ma sono svogliate e apatiche, caliamo i nostri gig ma neanche lo guardano, sicuramente un bel pesce vivo avrebbe prodotto un risultato diverso, mi rammarico di non aver preso la decisione di tornare a riva per fare il vivo, un bel branco di carangidi passa sotto la barca e i mulinelli cominciano a stridere  catturiamo tutti e tre salgono a bordo, questa vampata ci dà ancora energie per pescare in questi alti fondali, ma è solo un fuoco di paglia e consumiamo le ultime forze senza più toccare un pesce.
Ripieghiamo in acque basse ma i risultati sono gli stessi, pochi e piccoli pesci, alle 14.00 per il caldo e la fatica chiudiamo le ostilità e andiamo su un'isoletta a farci un buon bagno e un pò si snorking, due giornate di fila a vertical jigging sono veramente dure, cerco sempre di alternare un giorno di barca con uno di pesca sui ponti, ma purtroppo le condizione climatiche non lo hanno permesso.
Anche sull'altra barca per i ragazzi che hanno prenotato solo per 4 ore i risultati non sono stati abbondanti.




Salutiamo gli amici che si fermano al Cayo ancora per un giorno e io, Pietro, Marco, Eugenio e Claudio partiamo per Trinidad per esplorare Cayo Blanco, un' isoletta fuori dalla baia, non troppo convinto ma spinto dagli amici che vogliono provare un posto diverso e dal mio amico Giovanni titolare di un agenzia di viaggi che mi chiede di provare il vertical jigging alla marina Marlin di Trinidad. Con il nostro ecoscandaglio sondiamo i fondali ma subito capisco che non è posto da vertical jigging da 40 mt. si passa a 120 in un momento, il fondo è pieno di corallo tagliente e perdiamo molti jig.
Nonostante le condizioni avverse unica nota positiva e insolita per la pesca a Vertical jigging, Marco cattura un bel tarpon che con i suoi salti lo fa molto divertire, io un pargo, un carangide e un barracuda ed Eugenio una cernia.
Trinidad è buona per il trolling o per la pesca a spinning nella foce dei suoi famosi fiumi, rio Zaza e rio Agabama.
Un pò delusi salutiamo Eugenio e Carlo che tornano all'Havana e noi ci dirigiamo al Cayo S. Maria per continuare a pescare.


Arrivati a Remedios il giorno seguente decidiamo di pescare un pò sul terraplen, la situazione era decisamente in miglioramento, il vento aveva rallentato e cominciavano ad esserci le condizioni per la pesca da terra, nei giorni seguenti le catture sono state abbondanti, abbiamo effettuato molteplici catture di pargo, jack e cubere non di grosse dimensioni. Le grandi a 300 mt.  avevano il tempo di tornare in tana e spezzare i nostri trecciati, Pietro cattura un bel tarpon con un pesciolino vivo, cosa insolita di giorno, generalmente i tarpon mangiano di sera.
Curioso fatto nelle giornate di pesca era prendere dei pesci non di grosse dimensioni e mentre si recuperava ad un tratto il pesce si bloccava  inspiegabilmente subito dopo il pesce allamato si liberava.
Il mistero è stato risolto il giorno seguente, quando i pesci si sono avvicinati al ponte per attraversarlo, al ponte nove nella giornata si sono catturati un centinaio di pargo e una cinquantina di jack da noi e dai cubani che pescavano con la classica pita, ma un barracuda lungo più di due metri si avventava sui pesci catturati e li bloccava nelle sue mascelle portandoli via dai nostri artificiali, si avventava come un coccodrillo anche sui pesci che alzavamo dall'acqua per sfuggirgli un vero spettacolo.
Al tentavivo di catturarlo con un bel pesce vivo, con amo e terminale in acciaio, con due salti spacca il nostro trecciato come se fosse burro e si mette a caccia di nuove prede.
Alla sera si pescavano i tarpon sempre abbondanti sui ponti, Pietro ne cattura diversi con un gig piumato, io lo seguo con varie cature con i miei artificiali.






Ci raggiungono Antonello e Nunzio di Napoli, per unirsi al nostro gruppo e organizzare un'uscita con la barca da Vertical Jigging; è sempre un piacere quando vedo l'amico Antonello, chirurgo di fama è una grande persona non solo di statura, ma anche di carattere, molto apprezzato da me per la sua calma e capacità di stare in compagnia con ogni persona.
La giornata inizia bene con Pietro che da esperto come sempre si occupa dei nodi e assist, inizia con la cattura di una bella ricciola da parte di Marco, anche Pietro attacca il suo big fish ma dopo venti minuti di combattimento sfortunatamente il pesce si slama, anch'io ho la mia occasione: mi hanno prestato la ferrari dei mulinelli: il Saltiga 8.500 piacevole nel recupero, la ricciola ha delle fughe ma la frizione da 30 kg. tiene bene, peccato che nella bobina c'era un nodo di giuntura, ma quando lo vedo è troppo tardi e non riesco a fermare la fuga, come raggiunge l'apicale il filo con rumore sinistro si spezza, forse era meglio pescare con la mia economica 500 dei mulinelli che in questa vacanza ha alzato quattro belle ricciole con il suo filo impeccabile da 90 lb.
La giornata continua con discrete catture, io comincio a risentire un po della mia operazione al braccio in cui mi hanno riattaccato  il sovraspinale e il bicipite e rallento un pò la pesca. Pescare con la barca in mare aperto però è sempre inprevedibile non sai mai cosa andrai a pescare, negli ultimi 15 minuti di pesca vedo un grosso branco di carangidi passare sotto la barca e  dirigersi verso un branco di pesciolini a galla, nel frattempo dal senso opposto arriva un branco di tarpon che si butta a caccia dei pesciolini, l'acqua ribolle di mangianze, non avendo pronte canne a spinning, possiamo solo lanciare i nostri gig piatti nella mischia e subito i mulinelli stridono, dei tarpon giganteschi spaccano la lenza di Marco e di Pietro, Antonello e Nunzio agganciano ma con alcuni salti i tarpon si liberano anche per il peso del jig, io ho il pesce in canna e lo lavoro con calma, ma stranamente il mio pesce non salta e alla fine arriva un carangide, Marco che nel frattento ha rifatto la sua montatura riesce a ferrare un altro tarpon ma anche lui si slama e come sono arrivati i due branchi scompaiono lasciandoci carichi di adrenalina.







Nel ritorno  Antonello e Nunzio con il loro amico Cubano Oreste ci preparano una bella sorpresa, una giornata a un centinaio di chilometri dalla caotica Havana, Vinales nella Finca (cascina) del loro amico Alberto Vitamina, incredibile personaggio, il classico campesino Cubano con cavallo e machete, ma molto acculturato, ci ha preparato uno dei suoi maialini al forno, mentre cuoce visitiamo la sua cascina situata nella zona più prestigiosa per la produzione del tabacco e ci porta nella sua capanna dove secca le foglie di tabacco per coglierne l'aroma.
La giornata passa in un momento, mi sembra di essere ritornato nei primi anni in cui frequentavo Cuba, con Alberto e la sua famiglia si parla di come le cose naturali siano nel giusto equilibrio della natura, dall'agricoltura all' allevamento, quando gli parlo della mucca pazza causata dai mangimi industriali in Europa mi fa vedere cosa mangiano i suoi maiali, scarti dell'agricoltura, frutta che non ha venduto ecc.
Del cambiamento effettuato in questi ultimi anni in tutta l'isola, dei giovani all'havana che come nel nostro paese oramai sono schiavi di iphone e tablet e parlano sempre meno con la gente che hanno davanti e anche lui come me si chiede se questi cambiamenti siano positivi o negativi per Cuba.
Poi suo figlio prende la chitarra e si comincia a cantare mentre lui con le foglie di tabacco prese dalla capanna ci prepara i sigari accompagnati da un rum speziato con bacche locali, una bellissima giornata che chiude la nostra vacanza.







Ma nei mie viaggi oltre alla pesca quello che mi da più soddisfazione è il rapporto di amicizia che si crea tra persone che sino a poco tempo prima non si erano mai viste. Al ritorno c'è sempre un' occasione per telefonare agli amici, ma ancor meglio ritrovarsi con le rispettive famiglie per passare una bella giornata. Dopo un giro di telefonate dove non ho trovato solo Claudio e Gianluca che mi comunica che è impegnato a gestire il suo lago di pesca sportiva "La vasca di Gigognola", decidiamo di andare a trovare Eugenio nel suo vigneto a Montecalvo Versiggia vicino a Santa Maria della Versa, dove Eugenio è proprietario della famosa azienda vinicola e agriturismo "Casa Rè", dove produce vini di notevole fattura.
L'accoglienza di Eugenio è stupenda e la comitiva dopo aver assaggiato tutti i suoi stupendi vini diventa più che allegra e ci dedichiamo ad una mangiata superlativa nel suo salone di caccia con leccornie preparate da sua moglie Linda e con specialità dalle varie regioni di nostra provenienza;la giornata passa gioviale e spensierata e non perdiamo l'occasione di andare a trovare Gianluca nel suo lago che dista a pochi chilometri, solo per rispetto delle mogli non imbracciamo le canne per catturare qualche pesciolino, ma sicuramete una bella pescata sarà l'occasione per vederci la prossima volta !!!!!!