foto1





IL VERTICAL JIGGING

La traina è il primo genere di pesca da me praticato a Cuba, nonostante validi risultati, la pesca con momenti di inattività mi annoia.
In ordine di pratica, il vertical jigging non è sicuramente il primo tipo di pesca da me praticato a Cuba, ma sicuramente per me è la prima in base alle sue potenzialità e numero di catture, già provato da me cinque anni fa a Cuba, non è stata mai così redditizia come in questi ultimi otto anni





Questa rivoluzionaria tecnica ci permette di raggiungere con un artificiale profondità sino a ieri impensabili, 80, 90, 100 mt o più, pensate a queste profondità che generi di pesci si possono catturare.
Pur essendo un cultore dello spinning, e della pesca con artificiali in generale, sono stato uno dei primi a credere in questa tecnica all'inizio quasi snobbata da tutti, la cosa che mi ha subito entusiasmato è stato muovere un artificiale che pesa 200 gr. o più a 100 mt. di profondità in modo che sembri un pesce in fuga, non è sicuramente una cosa facile, la prima cosa che dobbiamo tenere presente è la corrente e lo scarroccio della barca, dovremmo lanciare il nostro artificiale in modo che quando tocchi il fondo sia perpendicolare alla nostra canna, questo è il momento migliore per recuperare il nostro artificiale dal basso verso l'alto con movimenti a destra e a sinistra che daranno al predatore una sensazione di un pesce che si agità perchè in difficoltà, recuperati 15, 20 mt. di filo se non sentiamo abboccate (cosa difficile a Cuba) ricaliamo immediatamente il nostro artificiale e ripetiamo i medesimi movimenti per sfruttare la linea verticale che è quella che fa muovere meglio l'artificiale.
A prima vista sembra una tecnica dispendiosa di energie ma se eseguita correttanete ponendo il lungo manico sotto l'ascella e imprimendo il movimento aiutandosi con  la flessione delle nostre gambe, ci accorgiamo subito che si può giggare per ore senza fatica.


La prima volta lo praticai  a Cienfuego senza eclatanti risultati, a parte la cattura di alcuni parghi e barracuda, l’anno successivo con una barca adatta fornita di ecoscandaglio (cosa non facile a Cuba) la provai al Cayo, su un Senna 33, pescando con montatura tradizionale che avevo già provato in altre parti del mondo, un buon trecciato da 80 lb con finale di 20 mt in fluo carbon del 100- 120,  e già dalle prime calate capii subito, che era la pesca giusta, catture a raffica, sui 50-70 mt.  ma si perdevano un sacco di vertical, oppure saliva il vertical privo di ami, i barracuda e gli squali presenti in grande quantità distruggevano sistematicamente le nostre esche. Le vere catture sono avvenute in questi ultimi tre anni, dove ho cambiato fondamentalmente il genere di pesca, legando gli ami solo con filo armonico di acciaio, e quando i vertical cominciano a scarseggiare aggiungo al finale  un cavo d’acciaio da 60 cm. con tenuta 40 – 60 kg  per finire le mie uscite in barca.                                                       
Le potenzialità di questo posto sono infinite perché a differenza di molti mari in cui ho provato questa tecnica, dove  la pesca era praticata su alcune sporgenze dette cappello su 70-80 mt. e la manovra della barca era continuamente indirizza per tornare su queste sporgenze, dove è difficile pescare senza incagliarsi sul fondo, e queste rare sporgenze, sfruttate ogni giorno poi non danno sempre i risultati sperati.
Nel cayo poco sfruttato per questa pesca, il fondo degrada dolcemente, senza pericolo di incagli, le catture sono sempre assicurate già dai 40 mt. ma i veri mostri li prendi dagli 80 ai 100.
Nella ultima uscita, amici che non avevano mai provato questo genere di pesca, e uno addirittura non aveva mai pescato in vita sua, hanno pagato inizialmente lo scotto dell’inesperienza, ma con alcuni consigli e accorgimenti, dopo le prime slamate o rotture, anche loro si sono presi delle belle soddisfazioni.























I generi di pesci catturabili con questa tecnica è veramente vario, il classico pesce da fondale in cui ci imbatteremo è sicuramente la  cubera o la cernia, in una uscita ne abbiamo catturate di cinque specie diverse, per la cernia occorrono vertical jig più panciuti, o con peso maggiore sul finale dell’artificiale,  ci permetterà appena toccato il fondo di jiggare alzandoci solo di qualche metro dal fondo, per poi subito riaffondare e ripetere questa operazione per due o tre volte prima che lo scarroccio della barca ci sposti, sicuramente l’abboccata che sentiremo è di una cernia che dovremmo subito contrastare per non farla rientrare in tana, è in questi primi secondi che vinceremo o perderemo la sfida, nell’ultima uscita una cernia gigante mentre la alzavo e scattata decisa verso il fondo, mi  ha fatto esplodere la canna  in quattro pezzi, portandomi via cento metri di trecciato da 80 lb.
Per guardare il video clicca qui
Per guardare il video clicca qui







La fascia appena superiore è regno incontrastato degli snapper, che i cubani chiamano pargo, anche questi di diversi generi, con il pargo il recupero è piu facile,  ma essendo un tenace combattente, il divertimento è assicurato. Molto divertente pescarlo con jig leggeri o inciku.
Anche i carangidi non mancano anche loro di diversi generi, rari gli african pompano.
Per guardare il video clicca qui





























Le fasce più superficiali sono ricche di enormi ricciole, king mackerel, carangidi in generale, tunidi, lanpughe, barracuda, e squali, se siamo orientati su queste specie il nostro vertical deve essere di forma più allugata e con peso ben distribuito, per non perdere troppi jig in questa fascia più alta di recupero, consiglio di rallentare le giggate con un movimento più fluido dal basso verso l’alto, perché  barracuda e squali sono sempre in agguato e con un recupero troppo violento il predatore anziche attaccare il jig, può erronemente mancarlo, e passare con i suoi terribili denti sul nostro filo fluo carbon con immediata rottura e perdita dell’artificiale.
A volte mi faccio dei jig con kona che costruisco io, finalino in acciaio e un bel piombo da 200 gr che uso in caso di presenza di barracuda per non perdere artificili costosi.
Per guardare il video clicca qui
Per guardare il video clicca qui
Per guardare il video clicca qui

Per guardare il video clicca qui
Per guardare il video clicca qui













Il capitolo squali è decisamente a parte, a volte attaccano il vertical, ma la maggior parte delle volte attaccano i pesci attaccati al vertical, piccole cernie, parghi, tunidi sono il loro pasto preferito, non è raro che di un pesce anche da 15 kg. arrivi solo la testa, gli squali a Cuba sono veramente grandi per questa pesca occorrerebbe un attrezzatura specifica, in un uscita tre squaletti attirati dal sangue giravano intorno alla barca, ma i veri mostri aspettavano a circa 40 metri era una lotta anche con loro per recuperare il nostro pesce, per non spaccare l’ultima canna che mi rimaneva più volte ho dovuto abbassare la canna e farmi spaccare il terminale, se eravamo fortunati spaccavano solo gli ami.
Per vedere il video clicca qui