Il
tempo sta cambiando, e il sole riesce a vincere, in un attimo la
pesca si trasforma con catture a raffica, i grossi predatori si stanno
muovendo, e anche qui comincia lo stillicidio delle nostre esche,
grosse cernie che picchiano decise sul fondo stracciano completamente
in nostro naylon da 60 kg. come se fosse spago, solo io in un ora perdo
ben sei vertical, i veri pesci li abbiamo fotografati da lontano
o non siamo riusciti neanche a
vederli , probabili tunidi o grosse ricciole partono e non riusciamo a
fermarle come serriamo un po la frizione mettendo a rischio la tenuta
della nostra canna spezzano il nostro filo power pro da 80 lb, o il
terminale in nailon da 60 kg. spezzano il filo d'acciaio di
collegamento con gli ami o si slamano, nonostante memori della ultima
battuta di
aprile, la mia
attrezzatura era notevolmente rinforzata con canna jigwrex 400 e
mulinello penn.
Le
catture come sempre stimolano l'istinto del massimo predatore, il re
dei mari,
che vede nelle nostre prede allamate che si dibattono un facile pasto,
arriva un pargo senza la coda, solo la testa di un grosso barracuda,il
pesce successivo è un
bel pargo con la schiena completamente mangiata dallo squalo, siamo in
presenza di un bel branco, immediatamente montiamo al nostro
vertical il cavo d'acciaio e caliamo le nostre esche, la prima
abboccata è mia, in contemporanea abbocca a Vittorio e Gianni, i tre
squali sono incontenibili, più volte si incrociano, e sulla barca è un
frenetico lavoro per non ingarbugliare le lenze, ma sono veramente
grossi, dopo una rapida fuga il mio spezza il filo, idem per quello di
Vittorio, Gianni con la canna più lunga riesce ad ammortizzare le
fughe, dopo 15 minuti riesce ad avvicunare un bell'esemplare di circa
50 kg. alla barca, oramai fermo in assenza di ossigenazione decidiamo
di tagliare il filo e di lasciarlo libero sicuri che l'anno
prossimo ci farà divertire ancora.