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VIAGGIO DICEMBRE 2011

Questo viaggio a Cuba dal punto di vista meteorologico, è stato in parte rovinato dall'arrivo di due fronti freddi che scontrandosi hanno pregiudicato le uscite di pesca in barca, nonostante le condizioni avverse, già dalle prime giornate con la pesca sui ponti ho potuto notare che a differenza dei miei viaggi effettuati in primavera, il numero dei predatori era un pò ridotto,ma in conpenso la taglia è decisamente più grande, i tarpon sono  i più grandi che ho visto al Cayo S. Maria, solo nella prima mattinata di pesca perdiamo ben 15 tarpon a testa, tutti di grandi dimensioni, anche da 40-50 kg. che si slamano o spaccano in nostro teminale del 100 da 60 kg. solo Luigi riesce a catturare un esemplare di buone dimensioni, catturiamo dei pargo dai 5 ai 6 kg. dei jack di piccole dimensioni, le cubere come i tarpon attaccano proprio sotto il ponte sono veramente grosse e potenti, non avendo spazi per contenerle con rapide fughe sotto le fiancate dei ponti, cercano la salvezza incastrandosi nei ferri della costruzione, un vero e proprio stillicidio di artificiali.


La stessa cosa si ripete nelle nostre uscite in barca, il mare mosso non ci permette di pescare ad altezze rilevanti, si pesca su un fondale dai 40 ai 70 metri, le catture di ordinaria amministrazione non sono eccessive, nonostante vediamo dall'ecoscandaglio il fondo è pieno di grossi pesci, ma la forza della corrente è impetuosa e la pesca difficile.







Il tempo sta cambiando, e il sole riesce a vincere, in un attimo la pesca si trasforma con catture a raffica, i grossi predatori si stanno muovendo, e anche qui comincia lo stillicidio delle nostre esche, grosse cernie che picchiano decise sul fondo stracciano completamente in nostro naylon da 60 kg. come se fosse spago, solo io in un ora perdo ben sei  vertical, i veri pesci li abbiamo fotografati da lontano o non siamo riusciti neanche a vederli , probabili tunidi o grosse ricciole partono e non riusciamo a fermarle come serriamo un po la frizione mettendo a rischio la tenuta della nostra canna spezzano il nostro filo power pro da 80 lb, o il terminale in nailon da 60 kg. spezzano il filo d'acciaio di collegamento con gli ami o si slamano, nonostante memori della ultima battuta di aprile, la mia attrezzatura era notevolmente rinforzata con canna jigwrex 400 e mulinello penn.



Le catture come sempre stimolano l'istinto del massimo predatore, il re dei mari, che vede nelle nostre prede allamate che si dibattono un facile pasto, arriva un pargo senza la coda, solo la testa di un grosso barracuda,il pesce successivo è un bel pargo con la schiena completamente mangiata dallo squalo, siamo in presenza di un bel branco,  immediatamente montiamo al nostro vertical il cavo d'acciaio e caliamo le nostre esche, la prima abboccata è mia, in contemporanea abbocca a Vittorio e Gianni, i tre squali sono incontenibili, più volte si incrociano, e sulla barca è un frenetico lavoro per non ingarbugliare le lenze, ma sono veramente grossi, dopo una rapida fuga il mio spezza il filo, idem per quello di Vittorio, Gianni con la canna più lunga riesce ad ammortizzare le fughe, dopo 15 minuti riesce ad avvicunare un bell'esemplare di circa 50 kg. alla barca, oramai fermo in assenza di ossigenazione decidiamo di  tagliare il filo e di lasciarlo libero sicuri che l'anno prossimo ci farà divertire ancora.