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LA PAUSA INVERNALE


La pausa invernale che riduce notevolmente le nostre uscite di pesca, può essere sfruttata per reintegrare la nostra attrezzatura o per riparazioni varie, può essere una vera e propria palestra per dei piccoli lavori di costruzione di artificiali, con un po’ di fantasia o osservando le attrezzature già in commercio potremmo provare a costruirci degli artificiali, la cosa richiede tempo e costanza, ma se non ci arrendiamo alle prime difficoltà, la soddisfazione di catturare un pesce con un attrezzatura da noi costruita ci ripagherà abbondantemente di tutti gli sforzi sostenuti.
Frequentando Cuba da 15 anni, nei primi anni a Cuba non esisteva niente per pescare, conoscendo i pescatori cubani ne ho viste veramente di tutti i colori, popper fatti con bombolette vuote di deodoranti, artificiali fatti in legno e balsa completamente a mano, gig autocostriuiti e la cosa mi ha veramente entusiasmato, con i pochi mezzi a disposizione i locali effettuavano catture interessanti.

Io e i miei compagni di viaggio, valutate le esperienze dell’anno precedente, utilizziamo questa sosta  per ricostruire quei pezzi che riteniamo siano stati insufficienti, e quindi vanno modificati, o costruiamo pezzi nuovi  che ci serviranno in una nuova avventura di pesca.

Nei nostri viaggi per questioni di peso, dobbiamo purtroppo lasciare a casa l’attrezzatura leggera, perché nella scelta, come consiglia in nostro amico Maito, a Cuba non potrai mai sapere cosa attaccherà alla tua esca, la nostra attrezzatura comprende, oltre a una  canna da traina,  una da vertical, e una canna da spinning, che deve essere potente e  senza compromessi, capace di lanciare grossi popper, e quindi dobbiamo pescare con jig pesanti per avere un buon movimento e  risultati, in commercio se ne trovano di belli ma a volte troppo leggeri, o pesanti con amo saldato di cui non si può fare affidamento, o di colori che riteniamo non efficaci per dove andiamo a pescare e quindi di solito ce li costruiamo noi nei colori che preferiamo e a un costo veramente irrisorio.
L’anno scorso il colore che è andato alla grande è il bianco, bianco e arancione, bianco e marrone chiaro, questi colori richiamano un po’ i colori di particolari gamberi arancioni con occhi fluorescenti di cui si cibano tarpon e parghi nei ponti in cui andiamo a pescare, nei momenti di alta marea troveremo un forte corrente, quindi per imprimere un corretto movimento dal basso verso l’alto il nostro jig dovrà pesare una cinquantina di grammi o più, lo stesso nelle nostre uscite in barca un jig pesante ci permetterà di effettuare lunghi lanci, per un affondamento rapido verso il fondo, per poi essere recuperato a scatti verso l’alto, micidiale per i parghi che sono in agguato sul fondo, persino qualche cubera non ha saputo resistere.
Grande soddisfazione quest’anno mi ha dato la costruzione di un kona realizzato con un pezzo di flebo e la sua cannuccia di plastica, tagliata la cannuccia a strisce, ho utilizzato la cannuccia rimasta, tagliandola a gonnelline come descritto nella costruzione dei gig, tre da una parte e tre dall’altra per poi fissarle, con filo per legatura canne ben serrato, passandolo poi con smalto per unghie con brillantini, ho aggiunto del filo di piombo sulla parte iniziale del tubetto fissandolo con attak, ho richiuso il tubetto e ho incollato due occhietti per costruzione mosche in vendita in tutti i negozi di pesca specializzati, ho passato con lo smalto con brillantini tutto il tubetto, ho fatto passare al suo interno un cavetto di acciaio con amo e un  Kona brillante e appetitoso è pronto, utilizzato alla traina con uno spezzone di fluo carbon e piombo da 120 gr. la prima abboccata e stata di un buon bonito ,  appena ricalato non passano 10 minuti che una bellissima lampuga attacca l’esca e dopo i suoi spettacolari salti riesco ad avere la meglio e salparla in barca,  ma non finisce qui il pesce successivo è un barracuda che purtroppo con la sua dentatura mi rovina l’esca, e deve essere riparata, tornerà attiva per la prossima pescata.





KONA
lampuga 2


KonaLampuga
Ritengo che una piccola manualità mista a un poco di fantasia debba essere nel bagaglio di tutti i pescatori, soppratutto per quelli che andranno a pescare in paesi dove reperire il materiale da pesca è veramente difficile, nei primi anni mi sono trovato in una situazione difficile a Cuba, dove l’inesperienza mi ha fatto pescare con dei jig  montati su un  finale in  fluo carbon troppo secco. Nelle grandi mangianze di tarpon ogni sera perdevo un artificiale o più, mancava più di una settimana alla fine della mia vacanza , e avevo perso tutti i jig, l’alternativa sarebbe stata percorrere da dove mi trovavo circa 300 km. per andare all’Havana a reperirne altri, ma con la piccola manualità di cui parlavamo pocanzi, mi sono bastati 50 metri, per entrare nel pollaio della vicina della proprietaria dell’Hostal in cui eravamo alloggiati, che cortesemente mi ha fatto raccogliere le piume che mi servivano, alcune cannucce di biro bic che mi ero portato, un po’ di filo di piombo, che usiamo per le corone nella pesca al torrente, alcune olivette da 50 grammi, una borsa di plastica un goccio di attak hanno fatto il resto, dopo alcune ore ero ancora in pesca, e nonostante l’improvvisazione  tarpon e parghi abboccavano decisi.

 

Nei nostri viaggi per questioni di peso, dobbiamo purtroppo lasciare a casa l’attrezzatura leggera, perché nella scelta, come consiglia in nostro amico Maito, a Cuba non potrai mai sapere cosa attaccherà alla tua esca, la nostra attrezzatura comprende, oltre a una  canna da traina,  una da vertical, e una canna da spinning, che deve essere potente e  senza compromessi, capace di lanciare grossi popper, e quindi dobbiamo pescare con jig pesanti per avere un buon movimento e  risultati, in commercio se ne trovano di belli ma a volte troppo leggeri, o pesanti con amo saldato di cui non si può fare affidamento, o di colori che riteniamo non efficaci per dove andiamo a pescare e quindi di solito ce li costruiamo noi nei colori che preferiamo e a un costo veramente irrisorio.
L’anno scorso il colore che è andato alla grande è il bianco, bianco e arancione, bianco e marrone chiaro, questi colori richiamano un po’ i colori di particolari gamberi arancioni con occhi fluorescenti di cui si cibano tarpon e parghi nei ponti in cui andiamo a pescare, nei momenti di alta marea troveremo un forte corrente, quindi per imprimere un corretto movimento dal basso verso l’alto il nostro jig dovrà pesare una cinquantina di grammi o più, lo stesso nelle nostre uscite in barca un jig pesante ci permetterà di effettuare lunghi lanci, per un affondamento rapido verso il fondo, per poi essere recuperato a scatti verso l’alto, micidiale per i parghi che sono in agguato sul fondo, persino qualche cubera non ha saputo resistere.
 


Il materiale che ci occorre sono delle olivette da 40 grammi, un refil consumato di una penna bic, o delle astine rotte dei piombi da striscio, del filo di piombo armonico (quello che si usa per costruire le spirali per il torrente) un tubetto di attak, delle piume nei colori che ci occorrono, del nastro per legare i pacchi natalizi, o in alternative delle borse di plastica colorate, un stellina fluorescente di quelle che si attaccano sul soffitto delle camere dei bambini
In pochi passaggi saremo in grado di costruire un gig di buon peso e efficace. 
1)      Tagliate 6 cm. del tubetto del refil e inseritelo nell’olivetta, posizionatelo in modo che da una parte ne escano almeno 2,5 cm e dall’altra invece esca di qualche millimetro dall’olivetta, fissatela in ambo le parti con attak. 
2)      Prendete il nastro per legare i pacchi o un pezzo di una borsa di plastica o comunque del materiale idrorepellente, tagliate una striscia larga circa 3 cm. lunga 10 cm. tagliatela  ma non completamente a striscioline (fermatevi a mezzo centimetro) come una gonnellina hawaiana, 
3)   Versate un po’ di  attak sui 2,5 cm. di tubetto, appoggiateci un primo strato di piume (qelle più dritte) avvolgetele con la gonnellina e posizionate, altre piume ricurve in avanti sopra la gonnellina, tenendole con il pollice e l’indice. 
4)      Prendete un pezzo di circa 12 cm di filo armonico e cominciate ad avvolgerlo sopra la fine del pollice e dell’indice che tenevano ferme le nostre piume e la gonnellina le prime spire dovranno avvolgere la gonnellina già nella parte tagliata per poi risalire sino all’olivetta, stringete bene e versate dell’atttak in tutte le spire. 
Il vostro jig e grezzo, ma pronto per pescare, per rendere più catturante la mia esca che vuole imitare quei gamberetti arancioni con occhi fluorescenti, io colorerò l’olivetta di arancione, e con un attrezzo per bucare le cinture dalla mia stellina estrarrò due occhietti che fissero con attak al mio jig, che di notte mi darà l’effetto fluorescenza che volevo raggiungere.
In momenti di emergenza se non dobbiamo raggiungere grammature così alte con le olivette, realizzare dei jig più leggeri e molto più semplice, ai  6 centimetri di tubetto o refil applicheremo con il medesimo procedimento le nostre piume e gonnelline se volete, tenendole ferme con indice e pollice a meta del tubetto,   cominceremo a avvolgere il nostro filo di piombo armonico sulla parte finale delle piume,sino alla fine del tubetto per poi sovrapporlo più volte nella parte iniziale del jig fissare tutto con attak, e in reali cinque minuti il nostro jig è pronto.

                                                         


Naturalmente quando il tempo c’è con l’aiuto del mio compagno Maurizio Zanellato abile tornitore  si realizzano dei jig in ottone di elevata fattura, con piume sintetiche, e gonnelline prese da ciuffetti in plastica per piccola traina, curati nei particolari, forniti di occhietti che troveremo in commercio (in alternativa potremmo guardare nei giochini dei nostri figli) verniciati nei colori che più ci interessano come questi.

Comunque, una piccola manualità e un po’ di fantasia, in casi di emergenza ci permetterà magari di salvare il nostro viaggio a lungo progettato, perché anche con un pezzo di tubo di irrigazione, un piombo a goccia da 60 grammi, due ancorette e del filo di acciaio termosaldante, o altri semplici materiali, ci possono permettere di costruire un artificiale efficace.  

gig

Come dicevo qualsiasi materiale vecchi piombi da striscio, pezzi di legno, tubi di gomma con un po di fantasia e con un minimo di senso della gallegiabilità o dell'affondamento, possono essere trasformati all'occorrenza in artificiali validi per i nostri scopi.
Un tubo di gomma a prima vista è completamente inutile per la pesca, ma se ne tagliamo un pezzo, al centro taglieremo un piccolo pezzo in cui uscirà la nostra ancoretta, alla fine taglieremo il tubo in modo da formare una piccola coda, nella parte non tagliata (la nostra testa) con dell'attak inseriremo il piombo a goccia di circa 60 - 70 gr. in cui faremo passare del filo di acciaio termosaldante (oggi uso quasi sempre del filo di acciaio armonico che da più sicurezza in fase di tenuta) gireremo il nostro filo formando degli occhielli che poi scalderemo sino a saldarli, davanti al piombo, nel primo taglio con ancoretta, nella coda con ancoretta, in meno di 10 minuti il nostro artificiale è pronto, se poi vogliamo vernicialo o fornirlo di occhi, qualche minuto in più.

Cosa abbiamo ottenuto? sicuramento non un  artificiale galleggiante, questo è un artificiale che cade di testa, riempiendosi immediatamente di acqua, e cade velocemente sul fondo, sta a noi capire quando la caduta è sufficente, lo recupereremo con degli strappetti verso l'alto e lenti giri di mulinello, per poi farlo riaffondare verso il basso, dando così l'impressione di un pesce ferito.
Abbiamo ottenuto l'effetto che volevamo dare al nostro artificile, un pesce in difficoltà, cosa sicuramente gradita ai nostri predatori



La galleggiabilità è un fattore che va meglio ponderato, se prendiamo dei vecchi piombi da striscio rotti per costruire il nostro artificiale è necessario dorarli di una buona paletta che facendo attrito sull'acqua lo faranno leggermente abbassare e lavorare, per il legno è un materiale altamente galleggiante che ben si presta alla costruzione di popper galleggianti, non avendo torni o macchine particolari, il pezzo di legno io lo lavoro con lime da legno o carta vetrata, qui il lavoro è più duro e lungo, e sicuramente meno preciso di quelli industriali ma sicuramente più divertente la testa del popper si scava con degli scalpelli da legno sino a creare l'incavo che poi facendo attrito con l'acqua farà spruzzi e il classico rumore del popper.
Il problema più grande è come effettuare il foro che si deve effettuare nella testa e che deve uscire dalla coda non vi nascondo che mi sono affidato a un amico falegname, per inserire il filo di acciaio termosaldante o il filo di acciaio armonico, dovremmo bucare poi il centro con una punta di trapano più grande per poi fare uscire il nostro filo termosaldante e fissare l'ancora, o nel caso inseriremo il filo di acciaio rigido nel buco centrale si inserirà una grossa girella in cui passera il filo di acciaio che uscirà poi dalla coda, sulla girella si fisserà con anello la nostra ancora, sul finale per stabilizzare il popper prima dell'ancora metteremo un piombo rotondo da torrente di grammatura sufficiente, per stabilizzare il nostro popper che in posizione di riposo lo terra in posizione semiaffondata.

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IL COLORE è un fattore da non sottovalutare, spesso nelle mia battute di pesca a Cuba, ho potuto notare che uno stesso artificile con la medesina affondabilità e forma effettuava più o meno catture a secondo del colore, premetto che di solito io pesco all'alba e al tramonto e quindi un colore chiaro sicuramente è più visibile, ma anche durante il giorno ho effettuato delle prove, ho montato un artificile verde con pancia grigiastra, e un bianco testa rossa, che mi ha confermato che sui ponti dove pesco la migliore esca è un bell'artificiale bianco testa rossa o comunque dei colori sgargianti (rosso.arancione, giallo colori che in italia difficilmente useremo) è bastata un po di vernice per modificare tutti quegli artificili che non mi convincevano, per avere una serie di artificili micidiali per la situazione di pesca che stavo vivendo, con il bianco testa rossa effettuavo catture a raffica, mentre i miei amici effettuavano sporadiche catture, tanto che l'anno successivo nell'attrezzatura dei miei amici non mancava mai una serie di artificiali bianchi testa rossa.
A volte un intuizione o un semplice accorgimento, a secondo delle esperienze che abbiamo vissuto, serve per migliorare la nostra attezzature, e a raggiungere maggiori livelli di divertimento,  quando si inganna un pesce con una nostra semplice modifica o con la costruzione di un nostro artificiale via assicuro che la soddisfazione è doppia. 

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Anche quest'anno per me la pausa invernale e stata un momento di riflessione, se i miei ciuffetti tipo calamaro o polipetto, hanno ingannato una bella lampuga, perchè non provarli a vertical jiggiing ?
Infatti le forme di un Inchiku o un Kabura potrebbero essere riprodotte aggiungendo un bel piombo da 200gr, ma in testa si incaglierebbe subito sul fondo che qui non è sabbioso, e inoltre i normali ami di queste esche qui durerebbero poco con i barracuda.
Su un filo armonico in titanio ho fatto scorrere il mio polipetto, ho piegato ad asola il filo  dove metterò un anello con una ancoretta di grandi dimensioni, per poi ridiscendere per circa 4 cm a. cui ho fatto un altra asola a cui legherò il piombo da 200 gr.  l'effetto sembra buono, il piombo toccherà prima il fondo, e come per il vertical, appena sentito il fondo recupererò verso l'alto, e vedremo cosa succede.

                                                                                                                           



Il risultato finale di solito lo vediamo sul campo, provato in questo viaggio il polipetto risulta molto attrattivo, ma nel mio lavoro ci sono due sbagli fondamentali, l'ancoretta, troppo grande con cui ho perso molti pesci,  sentivo la botta sull'atificiale e li sbagliavo o si agganciava per poi slamarsi dopo pochi metri, quindi per pesci con bocche più piccole non va bene, l'irruento barracuda che ho catturato non va per il sottile e l'ancora ha agganciato il pesce, però la sua terribile dentatura ha rovinato l'asola del filo in titanio a cui avevo legato l'ancora.
Come avevo detto avere un idea è una cosa, poi quando proviamo le nostre esche, riusciamo a migliorarle, perchè la prova pratica porta alla luce i difetti.
Ora il mio prossimo artificiale che proverò nel prossimo viaggio sarà così:
Un filo in titanio con due sole asole, la iniziale e la finale, così evitero ogni tipo di tensione, il polipetto scorrerà dritto, un olivetta da 45gr. sarà posizionata sotto il polipetto cosi non cadrà sotto l'asola ma resterà sollevato, nell'asola finale ci sarà il nostro piombo, anche più leggero perchè l'artificiale pesa già 45 gr.
Al posto dell'ancoretta, metteremo i canonici due ami da vertical Jigging  inseriti nello split dell'asola iniziale, ed eccoci pronti per pescare al prossimo viaggio, sono sicuro che questi piccoli accorgimenti mi daranno grandi soddisfazioni.
E come volevasi dimostrare poi i risultati sono arrivati !!!